
Turismo Sport Competition Scoiattolo Regolarità Bicarburatore
G.T. Granturismo Formichino Regolarità
Sei Giorni Junior Diana
Junior Gentleman Motofurgone Motori
per Go-Kart Prototipi
MOTORI
PER GO-KART (1960 - 1966)
Negli
anni '60 ci fù un notevole sviluppo dei kart con una conseguente, forte,
richiesta di motori leggeri dotati di particolari caratteristiche,
come forti accelerazioni, semplicità di manutenzione, dimensioni ridotte
e peso contenuto. La Rumi iniziò col vendere i motori della Junior,
con cilindri in lega e doppio carburatore, ad artigiani che poi provvedevano
ad assemblare questi go-kart. Intorno al 1960 la Rumi stipulò un contratto con
la Ital-Kart di Brescia per la fornitura di veicoli completi, presentati
poi alla Fiera Campionaria dell'aprile '60. Il modello si chiamava
Dogi. Il telaio a doppia triangolazione laterale, era costruito con
tubolari in acciaio di diverso diametro; l'albero di trasmissione,
in un unico pezzo, era fissato rigidamente al telaio per mezzo di due
boccole laterali e sullo stesso era imperneata la corona di trasmissione.
Il motore era collocato esternamente alla sinistra del sedile di guida
onde favorire il flusso dell'aria di raffreddamento. Lo sterzo era
diretto e realizzato mediante una piccola leva azionata dal volante
di guida, che trascinava la ruota destra, mentre quest'ultima, attraverso
un'asta di rinvio, trametteva il movimento alla ruota sinistra. Nel
1960 la Rumi costruì anche un motore monocilindrico a due tempi con
asse quasi verticale e cilindrata di 125 c.c. e cambio in blocco ispirandosi
ai motori Iberici dell'epoca (vedasi Bultaco). La denominazione di
questo motore fu ROCKET, non si conoscono però nè le caratteristiche
nè le prestazioni. Alla fine del 1960 la Rumi progettò anche un motore
da 100 c.c. a cilindro verticale monomarcia, non risulta però che tale
motore sia stato prodotto in serie. Quando la Rumi aveva cessato ogni
attività da almeno cinque anni il figlio di Donnino, Stefano Rumi,
tentò un rientro nel mondo dei kart con un motore denominato RS/C.
Il basamento era stato studiato in modo da poter essere utilizzato
sia nella cilindrata di 125 sia in quella da 250 c.c. Il motore era
un due tempi, monocilindrico con dimensioni "quadrate" per l'ottavo
di litro (alesaggio e corsa 54x54 pari a una cilindrata di 123,68 c.c.)
cambio in blocco a quattro rapporti, frizione a dischi multipli in
bagno d'olio. Il cilindro in alluminio con camicia in ghisa, la
potenza prevista di 22 CV a 12.500 giri.
|